Lazio, altro che reazione: il Bayern è ancora lì e il Bologna ne approfitta
Altro che reazione, la Lazio affonda a Bologna e stavolta non ci sono scuse. Il crollo di martedì poteva essere spiegato con la forza dell’avversario, stavolta non ci si può appellare a nulla. Finisce 2-0 al Dall’Ara. Più affamata la squadra di Mihajlovic, più convinta nel mettere in atto il proprio piano tattico. Vittoria netta sul piano tattico del tecnico serbo che surclassa il suo ex compagno di squadra che conferma quasi in toto l’11 anti Bayern e si ritrova tra le mani una squadra scarica e senza soluzioni. Bologna aggressivo, rabbioso sui portatori della Lazio: Sinisa gioca sulle debolezze mentali dell’avversario reduce dalla lezione bavarese e ha ragione. Il rigore sbagliato di un Immobile chiaramente limitato da problemi fisici, mette fine al 15’ a ogni velleità biancoceleste. Il Bologna pressa, riconquista e attacca e quando lo fa passa con Mbaye. Nella ripresa, la reazione laziale è fioca come un sole di dicembre e i rossoblu ringraziano portando a casa raddoppio e partita. La Lazio perde ancora, secondo ko nelle ultime quattro. C’è da ritrovare fiducia e convinzione e anche qualche soluzione alternativa. Tutti sono chiamati a rispondere. Anche l’allenatore.
IMMOBILE SPRECA, MBAYE SEGNA - Inzaghi conferma praticamente in blocco l’11 visto in Champions, c’è solo Hoedt per Musacchio a fungere da novità. Reagire al ko di Champions, reagire all’uragano Bayern, questo il diktat della Lazio a Bologna. Le intenzioni e i fatti sembrano coincidere nei primissimi minuti, perché sono i biancocelesti (in verde fluo) a prendere in mano le redini della partita, a tentare di fare gioco. Impresa non semplice perché i rossoblu pressano forte e poi - una volta recuperata palla - escono con buona qualità. Il primo squillo è della Lazio, la firma di Milinkovic che va a centimetri dall’incrocio dei pali con una punizione dai 25 metri. Bologna vivo. Però. Bravo nel portare la pressione sui portatori laziali e che all’11’ arrivano alla conclusione con Svanberg. Partita che viaggia su buoni ritmi, equilibrata, ma che in due minuti vive la sua fase sliding doors: Immobile spreca un rigore guadagnato da Correa, calciando debolmente tra le bracca di Skorupski. Errore che inquadra bene il momento no dell’attaccante di Torre Annunziata. Il Bologna, come spesso accade in questi casi, ne trae linfa e spinta e dopo una bella azione manovrata passa in vantaggio con Mbaye che s’avventa su una respinta rivedibile di Reina e fa 1-0. Il gol mette le ali alla banda di Sinisa, la Lazio va in difficoltà nel contenere le folata emiliane, anche perché Leiva sembra in condizioni approssimative, sbaglia spesso il posizionamento e si fa saltare con facilità, come quando Barrow lo aggira e poi conclude chiamando Reina alla deviazione in angolo. Lazio poco reattiva e quando il Bologna ha successo nella sua pressione, ecco che poi fa un po’ ciò che vuole sulla trequarti offensiva ed è ancora Barrrow al tiro da buona posizione, per fortuna della Lazio il tiro è debole. Quando può attaccare la Lazio? Quando il Bologna si sbilancia, per incoscienza e troppa generosità, lasciando praterie, come alla mezzora quando i rossoblu si riversano in avanti su azione d’angolo, Reina blocca e rilancia Correa che va tre conto tre in campo aperto e può servire Lazzari (solissimo) o Luis Alberto, ma il Tucu non decide e arrivato al limite dell’area, ormai troppo tardi, sbaglia clamorosamente il servizio per lo spagnolo. I ritmi imposti dal Bologna sono alti, difficile però tenerli con costanza e quando s’abbassano ecco che la Lazio esce dal guscio e ha un paio di buone chance con Correa e Marusic ai quali, però, fanno difetto precisione e potenza. La Lazio, comunque, appare con la testa non esattamente tarata sul match: follia in uscita di Luis Alberto e Dominguez può andare al tiro dall’interno dell’area, Reina è ben posizionato e in due tempi fa sua la palla. Finale di tempo generoso della Lazio, ma altrettanto confusionario e i primi 45’ terminano senza recupero e con il Bologna avanti.
REAZIONE, DOVE SEI? - Fuori Lazzari per una botta alla caviglia, dentro Lulic con Marusic che trasloca a destra. Ripresa che comincia a ritmi piuttosto bassi, il Bologna sembra voler aspettare la Lazio per guadagnare campo da sfruttare in ripartenza e con Svanberg spreca una buona chance. La Lazio, però, a partire dal 55’ alza il baricentro e la pressione, colpo geniale di Milinkovic per Correa che però all’interno dell’area tergiversa e spreca tutto. C’è anche la volontà, ma manca il gioco, mancano le idee. La Lazio è sempre la stessa, non ha grandi idee su come attaccare l’avversario, lo testimoniano i tanti cross dalla trequarti che arrivano per attaccanti che non fanno certo del gioco aereo il loro punto forte. Lazio sterile, tenue in ogni sua iniziativa e il Bologna ne approfitta: rimessa laterale, Barrow fa quello che vuole con Hoedt e mette al centro, dove Patric è fuori posizione, Marusic si perde Sansone che al volo batte Reina. Escono Patric, Immobile e Leiva, dentro Pereira, Muriqi e Cataldi. Volenteroso Pereira che si piazza largo a sinistra e prova a dare la scossa, tentativi vani. Però. La Lazio è abulica, piatta, frastornata. Inzaghi butta dentro pure Caicedo (fuori Luis Alberto), per tentare il tutto per tutto. Nel finale miracoloso Skorupski a evitare l’autorete di Soriano su azione d’angolo. Ma la Lazio è assente, non c’è, spenta e involuta. Lontanissima parente rispetto a quella vista contro Roma e Atalanta. Molto più vicina alle versioni mostrate contro l’Inter, ma anche nella ripresa contro la Samp e poi con il Bayern.
Pubblicato il 27/02