Eriksson: "Lazio, sembri la mia. Inzaghi al top, avrei voluto Immobile..."
RASSEGNA STAMPA - Simone Inzaghi può eguagliare il suo maestro. Sven Goran Eriksson, infatti, è stato l'unico a portare la Lazio ai quarti di finale di Champions League. Era la stagione 1999/200, quella dello Scudetto, e la competizione prevedeva un format diverso con un doppio girone di qualificazione prima dei quarti di finale. Lo svedese si inchinò solo al Valencia, mentre l'anno successivo Zoff si fermò alla seconda fase a gironi. Lo svedese si è raccontato sulle pagine de Il Messaggero applaudendo il suo ex centravanti e la squadra biancoceleste. Il tecnico svedese tiferà per i capitolini, impegnati domani contro il Bruges e alla ricerca del passaggio del turno, e sarebbe molto orgoglioso se il piacentino dovesse riuscire a eguagliarlo. Il club belga, secondo lui, è inferiore a Immobile e compagni e giocando al massimo le aquile potranno far loro il match. Servirà sfruttare il fattore campo, anche senza tifosi, e imporre il proprio gioco come fatto sempre in Europa nelle prime cinque giornate. La Lazio avrà anche un tifoso in più come ammette il tecnico più vincente della storia biancoceleste che non si perderà l'incontro: «Quest' anno me ne sono persa qualcuna ma lo scorso anno le ho viste tutte. La squadra gioca alla grande. Il miglior calcio d'Italia. Una squadra imprevedibile e divertente. Poi è sparita quando c'è stato il lockdown. Non so cosa sia successo, non posso dire io se è stato un problema di testa o di altra natura. Però sono convito di una cosa: senza lo stop la Lazio avrebbe vinto lo scudetto. C'è stata una pandemia, nessuno poteva prevedere questo. C'è rimpianto certo, ma vedo la Lazio pronta per vincerlo. Sono sicuro che prima o poi ci riuscirà».
IMMOBILE E INZAGHI - Eriksson incorona Ciro Immobile e Simone Inzaghi. Del centravanti dice che gli sarebbe piaciuto averlo nella sua Lazio e che non capisce come possa essere criticato. Sul mister piacentino applaude il grande lavoro che lo ha portato tra i migliori tecnici del calcio che conta. La Lazio di Inzaghi assomiglia a quella del 2000 e spera possa vincere come allora. Apprezzamenti che non mancano anche per Mancini capace di riportare ai vertici l'Italia. Sul futuro del suo ex numero dieci, però, c'erano pochi dubbi visto che già da calciatore ricopriva più ruoli ed era determinante nello spogliatoio. Loro due, ma anche Simeone, Conceicao e Mihajlovic, la sua Lazio ha sfornato tanti allenatori forti e vincenti: «Non sono stato mica il loro unico allenatore (ride, ndr). Mi fa molto piacere che abbiano fatto tanta strada. E' bello vedere che oltre a quello che abbiamo fatto sul campo ho lasciato in loro qualcosa che gli è stato di aiuto per il futuro».
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