La ricetta di Cana e Ledesma: "Dai Lazio, batti il Napoli e punta al terzo posto. Proprio come successo a noi..."
Eppure questa Lazio ricorda qualcosa. Vincere, sognare, l'aria di alta classifica, riportano subito a pochissimo tempo fa. Già, perché la squadra di Stefano Pioli soltanto due anni fa era in grado di tutto, persino di strappare un terzo posto in un catino bollente come il San Paolo all'ultima giornata. Che notte, quella. E che notte sarà sabato, quando la Lazio di Inzaghi, anch'essa bella e vincente, tornerà a Fuorigrotta. "Rischiavamo tutto. Non eravamo nervosi, ma impauriti, è normale", ricorda benissimo quel giorno, Christian Ledesma, protagonista nel 2-4 storico: "Quell'anno mi ero scaldato più volte senza entrare, ma quel giorno ero convinto che sarebbe toccato a me. Lo sentivo. Avevo voglia di fare il regalo finale alla Lazio, sapevo sarebbe stata la mia ultima partita. Alla fine ero provato, in molti venivano a ringraziarmi. Volevo portare la Lazio all'ingresso della Champions". Quel giorno c'era anche Lorik Cana: "Tutte le fatiche di una stagione sarebbero state vanificate da una sconfitta. Meritavamo noi, ma un finale così al cardiopalma fu sensazionale". E ora rieccoci, altro passo cruciale al San Paolo: "Ma sia chiara una cosa - precisa il centrocampista, ora al Panathinaikos - la Lazio è comunque grande perché la sua storia la rende tale. Al massimo la sfida può servire per capire se è competitiva. La grandezza della Lazio non è in discussione". Anche il difensore albanese ci crede: "L'esultanza di Djordjevic al gol di Murgia a Torino fa capire che lo spogliatoio è unito. La Lazio può ripetere il terzo posto di due stagioni fa, ma si vada avanti passo dopo passo", si apprende dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport.
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