PHOTOGALLERY: Ora basta!! Giu' le mani dalla Lazio... Noi la prima squadra della capitale
Lazio-Inter, il day-after per cugini e falsi moralisti è ancor più amaro. La sfida per decidere lo scudetto si è tramutata in un testacoda, che continua a far discutere appassionati di sport e presunti tali. Ieri all'Olimpico uno spettacolo chiamato calcio è andato in scena in una splendida cornice di amicizia fra tifoserie e fair play fra squadre che a qualcuno è andato di traverso. La Lazio di Zàrate e compagni ha giocato ed ha perso davanti ad un pubblico con tifo monocorde a tinte nerazzurre. Una spinta unanime che a molti (non appartenenti alla logica della rivalità capitolina) è sembrata quantomeno strana, per non dire inopportuna. Noi, fans innamorati di Lazio, invece l’abbiamo apprezzata e compresa in toto. Il clima dell’Olimpico infatti si è tramutato nella cornice ideale per abbracciare il successo interista, reso ancor più amabile da quel retrogusto piacevole di chi invece è rimasto incollato per 90 minuti a radio e tv nella speranza di un improbabile miracolo. Il dislivello tecnico fra prima e quintultima in campionato ha sancito sul campo un prevedibile risultato. La Lazio ha perso e l'Inter è rimasta saldamente in testa. A nulla è valsa l'interessata adulazione dell'aquila, mossa da un mero tornaconto personale che poco concilia con lo spirito sportivo a cui il sedicente tifoso di calcio oggi ha fatto riferimento. Non sono trascorsi che pochi giorni da quando quella schiera di pseudotifosi, con malcelate coccarde giallorosse sul petto, non esitavano con i pollici versi ad augurare il peggio ai colori a cui ieri facevano appello. Troppo comodo, troppo facile signori miei ferire un popolo intero ed una storia ultracentenaria, per poi puntargli i riflettori addosso sperando di strappare per se e per la propria squadra un po’ di gloria e notorietà. Il calcio è lo sport più bello e spettacolare, specie quando si carica di emozioni e sentimenti forti. Questi possano rispondere alla logica della spinta forsennata dei propri colori, ma potrebbero in talune circostanze anche accendersi dalle rivalità cittadine che dividono da sempre le opposte fazioni di questa città. In Lazio-Inter è andata proprio così. La fallimentare stagione biancoceleste e l’antagonismo atavico con la Roma, ha creato una miscela esplosiva che si è manifestata in un canto goliardico di chi ha tifato contro anche tradendo se stesso. Per un laziale, come per un romanista, la sconfitta del rivale di sempre, pesa quasi quanto un successo. C'è chi grida allo scandalo e chi si appella ad un quantomeno opinabile spirito di lealtà sportiva. C'è chi cavalca l’onda mediatica della Roma ferita, derubata, defraudata.
Ma per cosa? Da chi? Nessuno parla di Parma – Roma potrei sottolineare ora, ove pesa un plateale fallo di Totti prima del gol giallorosso, ma non lo faccio. Potrei citare una storica, quanto dubbia sconfitta romanista contro la Juventus in casa, che nel lontano ’73 tolse la gioia di uno scudetto alla Lazio di Chinaglia, ma non lo faccio. E poi potrei ricordare come il signor Amendola, noto tifoso Vip della curva sud, all’indomani dello scudetto soffiato dal Milan alla Lazio, vesti davanti alle telecamere la maglia rossonera, ma non lo faccio. Preferisco ridere, preferisco dire grazie alla Curva Nord ed alla sua goliardia, preferisco sfogliare insieme a voi i click fotografici della domenica andata. Noi siamo la Lazio e ricordiamo a tutti gli smemorati che oltre ad essere la Squadra che ha portato il Calcio a Roma siamo anche Ente morale, chi è abituato ad arrivare secondo ora pensi a cambiare la sua di Storia…