FOCUS - Stefan De Vrij, l'enfant prodige che non ha paura di volare
S'è assottigliata, ridotta, annullata, per poi tramutarsi in intesa. Totale. Addio distanza tra le parti, nella giornata di ieri la trattativa tra la Lazio e il Feyenoord per Stefan De Vrij è giunta all'epilogo. Oro, argento e bronzo, vale a dire Klose, Biglia e De Vrij: il podio è completo. Il centrale orange è entrato nel porto biancoceleste, in acque sicure, lontano da insidiose mareggiate. Anzi, a dirla tutta tra il difensore classe '92 e il suo nuovo club si è frapposta una tormenta che ha fatto ritardare il volo dell'olandese di ben due ore. Quasi un monito, un presagio dell'avventura che lo aspetta all'ombra del Colosseo. No, non sarà una passeggiata di salute, servirà carattere per imporsi con l'aquila sul petto. Quel carattere che ha messo in mostra al Mondiale brasiliano, tanto da guadagnarsi i gradi del miglior difensore della kermesse. Quando mezzanotte è ormai trascorsa da quaranta minuti, l'ex Feyenoord abbraccia la Capitale, la sua nuova casa. Questa volta non si tratta di una visita esplorativa: Stefan ha fatto tappa nella Città Eterna per rimanervi, per sposare la causa laziale. È stata una trattativa estenuante, si è protratta per giorni, a più riprese ha rischiato di andare in frantumi. È servito il blitz di Tare per portare alla corte di Pioli il primo centrale della Lazio che verrà. L'accordo è stato trovato sulla base di 8.5 milioni pagabili in tre rate da versare entro 12 mesi, al giocatore un contratto di 4 anni a circa 1.3 milioni a stagione. Un colpo a effetto, che non cancella la delusione Astori ma rafforza ancor di più una convinzione: se la Lazio avesse voluto, avrebbe potuto prendere anche l'ex Cagliari.
REWIND – Annata 1992, è il 5 febbraio. Mentre a Mogi das Cruzes nasce Neymar, ad Ouderkerk aan den Ijssel viene alla luce Stefan De Vrij. Il VVSpirit, società dilettantistica locale, è il primo amore calcistico. Sulla panchina c'è il padre Jan, il centrocampo è il suo habitat naturale. A dieci anni entra a far parte dell'Accademia del Feyenoord, la mediana è già un ricordo. Fa un passo indietro, Stefan, veste i panni del difensore centrale. Mai scelta fu più lungimirante. È un'ascesa repentina, fulminea: a 16 anni il debutto in Nazionale, a 17 l'esordio in Eredivisie, a 20 la fascia da capitano del club di Rotterdam. Non soffre di vertigini, l'appagamento non alberga nei suoi piedi. Prende fiato, si guarda alle spalle, ripensa ai campi della sua culla calistica, al primo coach. L'esclusione dall'Europeo del 2012 non lo scalfisce, anzi. Via il ct Van Marwijk, ecco il lucido folle Van Gaal: colpo di fulmine. Il santone dei Paesi Bassi lo elegge titolare inamovibile. Che il nuovo corso abbia inizio.
RONALD KOEMAN – Attesa. Una parola che stenta ad entrare nel vocabolario di De Vrij. Stefan va di corsa, brucia le tappe, supera tortuosi tornanti come fossero granelli di sabbia. Ronald Koeman, il suo mentore, lo forgia così. Tecnica pulita ed efficace, fisico slanciato, insuperabile nel gioco aereo. Nonostante quella faccia da giovanotto, De Vrij dimostra una maturità e una personalità fuori dal comune. Già dalla stagione 2010/2011, a 18 anni, l'ex libero olandese lo rende un punto di riferimento dello schieramento biancorosso. Nonostante la stagione tutt'altro che entusiasmante (decimo posto), Koeman viene riconfermato dalla società. Il baby prodigio è ancora un titolare fisso, al termine dell'annata il Feyenoord si piazza secondo alle spalle dell’Ajax. Il 2012/2013 inizia in salita: un infortunio lo tiene lontano dai campi di gioco per un mese. Scalpita, freme, non è da lui sprecare del tempo prezioso. Eppure conquista ugualmente la fascia da capitano: è il più giovane nella storia del Feyenoord. Sarà terzo posto dietro ai soliti lancieri dell’Ajax e al PSV Eindhoven. A maggio 2013, il tulipano prolunga il suo contratto col Feyenoord - in scadenza nel 2014 - fino al 2015, ponendo come richiesta principale il rinnovamento della fiducia della dirigenza nell’allenatore Koeman.
UOMO DI PAROLA – Altro giro, altra corsa. Nell'anno che porta al Mondiale, De Vrij è ancora una pedina fondamentale nello scacchiere di Rotterdam. Terza miglior difesa del campionato, convocazione da Van Gaal per i Mondiali, terzo posto dietro Germania e Argentina. Se dovesse stilare una classifica, è probabile che scelga il 2014 come anno della svolta. Dopo i saluti al Brasile, è tempo di programmare il futuro: c'è la Lazio nei suoi pensieri. Sì, perché Stefan ha dato la sua parola ai biancocelesti nei primi di maggio, quando in gran segreto aveva visitato il centro sportivo di Formello. In quell’occasione era rimasto entusiasmato dal progetto e aveva detto immediatamente sì alla proposta capitolina. Pragmatico, perfezionista e amante dei dettagli, nel corso del tour nel quartier generale della società biancoceleste ha chiesto e ottenuto di visitare la palestra: gli è piaciuta, talmente tanto che - come riportato da Repubblica.it nell'articolo a firma di Marco Ercole - ha deciso di svolgere il suo allenamento quotidiano (dal punto di vista della cura del corpo è davvero maniacale) sotto lo sguardo divertito e soddisfatto di Tare. Il suo acquisto sembrava un affare fatto già allora, e invece è servito del tempo al ds albanese per portare a casa il punto. Dall'offerta iniziale di 5.5 milioni, si è spinto sino agli 8.5 che hanno convinto la dirigenza olandese. Vano si è rivelato l'inserimento della Roma, il gigante buono è un uomo d'onore.