FOCUS - Auguri doppi a Strakosha: il giovane 'shqiptar' biancoceleste festeggia le 50 presenze in Serie A
Nella penisola balcanica c’è una leggenda che i popoli tramandano di generazione in generazione. È il mito, ormai antichissimo, che racconta le origini dell’Albania e che spiega perché non è del tutto corretto definire albanese Thomas Strakosha. L’aggettivo giusto è ‘shqiptar’, ‘figlio dell’aquila’. E sembra strano, ma la sua appartenenza alla Lazio non è altro che uno strano segno del destino. La sorte ha voluto che la trama della sua vita si intrecciasse con quella del racconto leggendario di un giovane cacciatore. Quello che salvò un aquilotto dalla morsa di un serpente strusciato nel suo nido. Lo stesso che poi lo portò con sé nella strada verso casa, fino a quando mamma aquila gli chiese di restituirle suo figlio. In cambio del suo gesto il rapace donò al giovane la stessa acutezza dei suoi occhi e la forza delle sue ali. Qualità che ben si addicono non solo a un cacciatore, ma anche a un portiere. L’aquilotto, ormai diventato una splendida aquila, non smise mai di guardarlo dall’alto, di osservarlo e di seguire ogni suo passo. Ecco perché Strakosha – soprattutto lui – è a tutti gli effetti uno ‘shqiptar’. Il 19 marzo di 23 anni fa Thomas è nato nel segno dell’aquila. Poi è cresciuto, è diventato un calciatore. Una sola ‘l’ lo distingue dal giovane cacciatore del racconto. Per il resto i loro destini si eguagliano. E oggi, proprio nel giorno del suo compleanno, il portiere biancoceleste si ritrova a festeggiare anche le 50 presenze in Serie A con la maglia della Lazio. Un’aquila continua a seguirlo nel suo percorso. Il suo nome è Olympia.
LA CRESCITA - E l’augurio è che il tempo trascorso finora con l’aquila sul petto possa essere solamente la prima parte di una straordinaria di vivere con la Lazio. Strakosha è senza dubbio uno dei migliori giovani portieri in circolazione. In questo campionato ha trascorso 2764 minuti nelle vesti dell’estremo difensore titolare della Lazio. Sono 29 le presenze e 105 le parate effettuate. L’intervento, sicuramente impacciato, sul tiro di Dzemali di ieri sera non cancella nulla. Spesso Thomas ha permesso alla Lazio si concludere una partita col sorriso sulle labbra. Non a caso è il secondo portiere in Serie A ad aver realizzato il più alto numero di partite decisive. Gli errori che compie sono giustificati spesso dalla giovane età. Ma saranno proprio gli sbagli a renderlo esperto. D’altronde ci sarà sempre l’aquila a proteggerlo.