Pandev-Shakhtar Donetsk: incontro, offerta, rifiuto
E adesso vi racconto una clamorosa storia della scorsa settimana (non posso dire in quale giorno): nessuno l'ha scritto, nessuno lo avrebbe saputo, se non fosse stato per un mio amico fotografo casualmente in azione da quelle parti. Goran Pandev entra in un albergo a pochi metri dall'aeroporto di Fiumicino, convocato dai "mammasantissima" dello Shakhtar Donetsk. Articolo 17 pronto: un indennizzo di circa tre milioni da pagare alla Lazio, briciole, e un favoloso contratto quinquennale da proporre a Goran. "Vediamoci di buon mattino", la proposta degli emissari ucraini, novelli Paperon de'Paperoni. Pandev arriva,lo fanno accomodare in una sala privata, discorso rapido rapido e proposta secca: quinquennale mediamente da cinque milioni di euro a stagione, roba da far girare la testa a uno che aspetta un segnale dalla Lazio e che nella Lazio non ne vorrebbe più sapere di restare. Pandev strabuzza gli occhi, guarda fisso nel vuoto, pensa e ci ripensa. Poi gli chiedono "firmi?", e lui si defila, ringrazia, stringe tre o quattro mani e si dilegua. Era tutto fatto, era tutto pronto, lui si era presentato dopo aver dato una disponibilità di massima, ma all'ultimo momento si è pentito. E ha detto "no, grazie". Quelli dello Shakhtar se ne sono andati imprecando (eufemismo): erano arrivati fino a Roma per farlo firmare, perché queste erano state le garanzie,altrimenti non avrebbero preso il primo aereo dall'Ucraina: mica dovevano gustare un gelato dalle parti del Colosseo… Qualcuno mi ha assicurato che Pandev ha un accordo già raggiunto con la Juve e che non vede l'ora che si mettano d'accordo le due società. Ma Lotito è un osso duro e nello stesso tempo c'è chi giura che il presidente avrebbe gli argomenti, intervenendo all'ultimo momento com'è solito fare, per convincere Goran. Io ci credo poco, ma intanto arrivano gli echi dalle imprecazioni ucraine: hanno sfiorato il colpo grosso, non lo hanno portato a compimento soltanto perché a Pandev (che non a caso poi ha preferito tornare immediatamente a casa per le vacanze) per mettere nero su bianco.