Klose sfida la sua Germania... Ma questa volta da tifoso!

“Ci dispiace che non possa giocare”. Avevano accolto così, gli avversari della Lazio, la notizia del brutto stop di Miro Klose, che a causa dell’infortunio rimediatosi contro il Genoa dovrà saltare la gara contro il M’Gladbach. Dichiarazioni di facciata, perché che siano dispiaciuti della sua assenza non è che ci hanno creduto in molti. Klose è uno di quelli che fa la differenza, un campione che sposta gli equilibri e quando le difese non devono pensare a marcarlo sono sempre più serene. Ma come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, Klose non sarà sul prato verde a correre e segnare, ma sarà al Borussia Park a sostenere i suoi compagni. Quello di stasera poteva essere il suo derby personale, la prima volta da avversario in una nazione che lo considera un re. Si dovrà accontentare di fare il tifo per i suoi compagni, di dare la carica e magari svelare qualche segreto sul Borussia.

MIRO SA COME SI FA – Klose sa come battere i “puledri”. In carriera gli ha fatto male quattro volte e quattro volte: col Kaiserslautern, col Werder Brema e ben due volte nel Bayern Monaco. E quel poker se lo ricordano bene dalle parti di Gladbach. Se lo ricordano e saranno felice di non doversene preoccupare. Purtroppo i neroverdi potranno star tranquilli anche per la gara di ritorno. Eh si, perché quella lesione di secondo grado al legamento collaterale esterno lo terrà fuori per parecchio: martedì, a Monaco, ha effettuato un nuovo controllo dal Dott. Wohlfahrt e ha potuto togliere il gesso. Per le prossime due settimane dovrà tenere un tutore e il suo ritorno è previsto per la fine di marzo. Non giocherà nemmeno gli eventuali ottavi (in programma il 7 e il 14 marzo ndr) e spera che i suoi compagni gli regalano i quarti.

MEGLIO IN CAMPO CHE SUGLII SPALTI – Già una volta, in questa stagione, Klose si è accomodato in tribuna per gridare “Lazio”. I biancocelesti, con un derby alle porte, sbarcarono ad Atene senza il tedesco, out per un malanno, e si fecero inchiodare all’ultimo secondo, portando a Roma un solo punto.