Pancaro cuore biancoceleste: "Lo scudetto, il giorno più bello della mia vita. I più forti di quella squadra erano Nesta e Veron...Si poteva vincere per altri cinque anni"
Giuseppe Pancaro ha la Lazio nel cuore. Difficile cancellare sei stagioni e sette trofei vinti, giocando da protagonista nella Lazio più forte di sempre. Lui era li, quel 14 maggio di dodici anni fa, a festeggiare uno scudetto incredibile ma indimenticabile. Era anche al Villa Park di Birmingham, quando un suo perfetto cross consegnò a Vieri la palla del vantaggio. Era li anche a Montecarlo, quando la Lazio vinse contro il Manchester United, stregando l’Europa e rimanendo per sempre nella mente anche dello stesso tecnico dei Red Devils, Alex Ferguson. Non dimentica Pancaro quelle vittorie e quei giorni passati a Roma, anche dopo nove anni trascorsi lontano da Formello. Intervistato ai microfoni di Lazio Style Radio, l’ex difensore biancoceleste ha ricordato lo scudetto della Lazio e quella squadra di grandissimi campioni: “Calcisticamente parlando, la vittoria dello Scudetto è stata la giornata più bella della mia vita. Ho coronato il sogno che avevo fin da bambino, quando ho iniziato a giocare a calcio. Per come è arrivata poi, è stata una vittoria ancora più forte ed intensa e per questo indimenticabile”. Pancaro non dimentica neanche l’estenuante attesa per la fine della partita di Perugia: “In tre o quattro eravamo in sala stampa per vedere la partita. Nessuno parlava, eravamo tutti assenti e concentrati. Al goal di Calori non ho quasi esultato e mi aspettavo da un momento all’altro il pareggio della Juventus. La mia speranza era di vincerlo subito ma in cuor mio pensavo che saremmo andati allo spareggio. Fino all’ultimo secondo, ho avuto paura”. Dopo l’esperienza con la Lazio, il difensore calabrese ha vinto poi uno scudetto anche con il Milan. Un titolo completamente differente da quello ottenuto con la Lazio: “Scudetto bellissimo anche quello, arrivato dopo tanto tempo ma non paragonabile con quello della Lazio. A Roma era troppo tempo che non si vinceva, c’è stata festa per giorni e giorni. A Milano il giorno dopo, era quasi un giorno come tutti gli altri. Credo sia anche normale”. Tornando a parlare di Lazio, Pancaro ricorda anche la vittoria di Birmingham in Coppa delle Coppe: “Altra giornata bellissima. Ho stampata nella mente la curva della Lazio completamente biancazzurra, un ricordo che non mi abbandona mai, uno spettacolo vero. Poi è stato bello vincere la coppa anche perché poi è stata tolta ed il nome Lazio rimarrà per sempre”. Una squadra fortissima quella allestita da Cragnotti, che forse avrebbe potuto e dovuto, vincere ancora di più: “Non so se eravamo i più forti del mondo, posso dire solamente che eravamo fortissimi. Era una squadra piena di nazionali e grandi campioni, che forse con un pizzico di esperienza in più poteva vincere molto. Con grande rammarico dico che forse ci siamo un po’ seduti sugli allori, situazione portata dal fatto che in città non si vincesse da tanto. Con più cattiveria e fame, si poteva aprire un ciclo e vincere almeno per altri 5 anni senza problemi”. Un pensiero è impossibile non averlo anche per il tecnico Eriksson, importante per quella Lazio ma fondamentale per la carriera di Pancaro: “Gli devo tantissimo, è stato decisivo per la mia carriera. La trattativa per portarmi alla Lazio è stata difficile e alla fine stava per saltare. Invece Eriksson ha insistito tantissimo per avermi, si impuntò, e grazie a lui è iniziata la mia avventura in questa grandissima Lazio”. Spostando il tiro sulla Lazio di oggi, il calciatore di Cosenza ha le idee molto chiare: “In questa stagione non ha espresso prestazioni molto convincenti. Lo scorso anno mi era piaciuta di più perché provava sempre ad imporre il proprio gioco. Tutto sommato fino a cinque giornate dalla fine del campionato la squadra era terza e per numeri e posizione finale, la stagione può considerarsi positiva. Forse è mancata la forza di giocare più da squadra, senza lasciarsi condizionare dal talento dei singoli come quello di klose. Anche Hernanes, decisivo la scorsa stagione, deve ritrovare la condizione dello scorso anno per tornare ad essere uno dei centrocampisti più forti che ci siano in Italia”. Su Reja invece solo parole al miele: “Da tre stagioni raggiunge i suoi obiettivi con campionati di alta classifica. I numeri sono con lui e per questo non si discute”. Tra i tanti giocatori della rosa biancoceleste, Pancaro scgelie poi il suo preferito: “Federico Marchetti mi piace tantissimo, lo reputo uno dei migliori portieri in Italia. Non è andato agli europei perché ogni allenatore è anche un uomo, ed a volte l’aspetto umano è superiore a quello tecnico. Per questo Prandelli ha preferito lasciare chi conosceva meglio da tanti anni”. I tempo di calcio mercato, i nomi che si accostano alla Lazio sono tantissimi. Uno di questi è quello di Balzaretti, giocatore che Pancaro promuove a pieni voti: “ Buon giocatore ed in questo momento uno dei migliori che ci sia in Italia. Lui è molto più offensivo di me però lo vedrei bene alla Lazio”. I ricordi però non abbandonano Pancaro, che alla fine torna a parlare di quella magnifica Lazio: “I più forti per me erano Nesta e Veron. Grandi persone oltre ad essere grandi campioni. Capisco infatti adesso la scelta di Nesta, che da calciatore sempre considerato nello spogliatoio, abbia voluto lasciare per andarsi a divertire all’estero. Giocare poco non piace a nessuno e per questo ha fatto bene. Anche Mancini era come loro e adesso ha dimostrato di essere anche un grande allenatore”. Il futuro di Pancaro sarà forse in panchina: “Mi auguro di si. Ho fatto il corso e sto aspettando una squadra con cui iniziare. Proposte ci sono, vediamo che succederà”. In bocca al lupo mister.