L'On. Lolli sulla legge stadi: "O restano i vincoli o la legge non passa. Se il testo l'ha scritto Lotito, mi dispiace ma glielo abbiamo cambiato"

10.02.2011 18:04 di  Federico Farcomeni   vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it
L'On. Lolli sulla legge stadi: "O restano i vincoli o la legge non passa. Se il testo l'ha scritto Lotito, mi dispiace ma glielo abbiamo cambiato"
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© foto di Alberto Fornasari

“O restano i vincoli o la legge non passa”. Con queste parole l’Onorevole Giovanni Lolli è intervenuto sulle frequenze di Radio Manà Manà nell’ambito della trasmissione “Lazio Patria Nostra”. Il Pd non intende cancellare la seguente frase: “Fatta salva la normativa in materia di vincoli storici, artistici, architettonici, archeologici e idrogeologici” ed è proprio su questo che Lolli ha puntato i piedi, confermando la sua posizione in merito. “Ci tengo molto a questa legge – ha evidenziato Lolli – sin dalla passata legislatura in cui ero sottosegretario dello sport. Dopo Raciti si istituì una commissione bipartisan in cui ci rendemmo conto che i nostri stadi erano più vecchi, più brutti e più costosi rispetto agli altri paesi europei. In Europa gli impianti costituiscono un ricavo per le società, invece in Italia sono un costo per i comuni. Con gli anni il nostro calcio non potrà più competere per il deficit accumulato e quindi vanno trovate delle soluzioni. Bisogna attirare denaro privato che deve essere agevolato: l’iter abbrevia di molto i tempi, di fatto li accorcia ad un anno. È una norma molto agevolativa. Ma proprio per questo dobbiamo mettere dei paletti che secondo me sono sacrosanti. Eravamo arrivati ad un testo unitario. Poi quando ho visto che avevano cancellato quelle tre righe, io non posso dare la legislativa, né votare a favore”.

Si rischia l’impantanamento completo della legge. Quanto tempo è rimasto a disposizione? "Il problema è solo di volontà. Io vorrei fare un appello: non fare approvare una legge così importante per togliere questi vincoli, è una cosa incomprensibile. Se non teniamo quelle tre righe, determineremmo il paradosso: in Italia ci sarebbero dei posti dove non si poterebbe fare un ospedale, non si poterebbe fare una scuola, ma si potrebbe fare uno stadio.

Chi sta cercando di forzare la mano? La Lega di Serie A ha presentato queste proposte al Governo. Noi abbiamo discusso più volte. Ci sono altre modifiche che hanno proposto e che sono pronto ad accettare. Però mi chiedo: tutti questi stadi in terreni alluvionali, dove stanno in Italia?

In realtà sono solo quelli della Lazio e della Roma. Cellino ad esempio ha detto: il terreno che ho comprato non aveva vincoli. Lo stesso ha detto la Juventus. Quando si dice, tenuto conto della normativa in termini di vincoli. Prendiamo R3 o R4, perché così si chiamano tecnicamente quei tipi di terreni: si deve costruire tenendo conto del vincolo. Bisogna fare le vasche di contenimento e altro: quindi costa molto di più. Le normative impongono alcune cose e non possiamo derogare a queste. Io sono aquilano e quindi sono parecchio sensibile a queste situazioni. Poi magari succedono le disgrazie e la leggerezza del legislatore diventa una colpa imperdonabile.

Il rapporto tra la cubatura dello stadio e dell’extra stadio, viene lasciata ad una trattativa privata tra i comuni. C’è un parametro? È un punto sui cui abbiamo discusso a lungo. In Italia le compensazioni per fare opere pubbliche, i comuni le fanno, ma non c’è una legge nazionale che dia una norma a questa materia. In mancanza di una legge, ci siamo scontrati con delle materie che sono appannaggio dei comuni. Far fare lo stadio in cambio di cubature si può fare, come ha fatto la Juventus. Ma ci ha messo tanti anni, mentre la legge tende a ridurre il tempo.

Però nel 2012 lo stadio della Juve sarà pronto. È vero, il modello è quello ma noi intendiamo accelerare i tempi. Non accettiamo un’altra modifica in cui si dice che la cubatura è a discrezione del proponente: per noi deve essere a discrezione del comune.

Una cosa che lascia perplessi è il modello inglese. Il Man United ad esempio ha il suo stadio ma intorno non ci sono né centri commerciali, né appartamenti, né villini, né un nuovo quartiere. Lo stesso vale per l’Emirates dell’Arsenal o l’Allianz di Monaco di Baviera. Perché allora in Italia non si può costruire uno stadio e basta? Perché a Roma non si è lottato per abbattere dei vincoli architettonici sul Flaminio ad esempio? Sul Flaminio sono d’accordo anche perché è uno stadio bellissimo. In Inghilterra, quando si è dato vita al Taylor Act, lo stato stanziò per un certo numero di anni somme di denaro consistenti. Mise i soldi ricavati anche dalle scommesse sportive in un fondo che finanziava i nuovi stadi. In Germania sono riusciti a sfruttare i Mondiali, aiutandosi anche con i fondi statali e in alcuni casi gli enti regionali. Noi questa occasione l’abbiamo sprecata con i 1.000 miliardi dei Mondiali del 1990 e abbiamo costruito degli stadi che sono delle schifezze ridicole. Oggi in Italia ci si affida interamente a risorse private che si debbono in qualche modo remunerare. Non vedo grandi città costruite intorno a grandi progetti. La Karalis Arena non prevede quartieri. Altra cosa è lo stadio della Juventus. Dove sono le vecchie curve è sorto un supermercato, in tribuna sono stati costruiti degli skybox…si possono trovare altre risorse. La leva urbanistica serve a rendere questi oggetti più vivibili. Costruire case in effetti ha poco senso, ma non nel caso di attività congrue e compatibili.

Il progetto di Lotito l’ha mai visto su carta? Ne ho sentito parlare fino alla nausea. È noto un contrasto molto forte tra Lotito e la precedente giunta. Lui non ah ritenuto che queste alternative fossero convenienti. Ma non sono in grado di entrare tecnicamente nel merito di progetti che non conosco. Questa deve essere una scelta accurata dell’amministratore locale.

Ma è vero che la legge al sottosegretario Crimi l’ha scritta lui? Se ci riferiamo al testo che è uscito al Senato, noi alla Camera l’abbiamo cambiato significativamente. Per cui se era stato lui a scriverlo, mi dispiace ma gliel’abbiamo cambiato.